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30 anni di Lamborghini Diablo con Cesare Cremonini

3 Dicembre 2020
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Correvano gli Anni 90, in Italia l’industria discografica fioriva e il CD aveva rimpiazzato il vinile. Si poteva ancora diventare pop star e affermare la propria notorietà con i dischi e non con i like o il numero di ascolti. A Sant’Agata Bolognese l’inizio di questo decennio sontuoso è stato inaugurato con il ruggito della Diablo prima serie del 1990, e si è concluso con la Diablo VT 6.0 SE nel 2001, l’ultima prodotta. Mentre questa serie speciale in color Oro Elios usciva dalle linee di produzione, le radio trasmettevano la calda e avvolgente voce di Cesare Cremonini, all’epoca frontman dei Lùnapop, la più famosa boy band della storia della musica italiana. Vent’anni dopo, le due leggende italiane si sono incontrate a Bologna, la loro città natale. 

Una carriera iniziata nel 1999 con 50 Special, un vero inno generazionale. Oggi come vedi i nuovi ventenni?

Sono sempre fiducioso verso i giovani e tendo a non giudicare le nuove generazioni attraverso il filtro di ciò che vedo sui social network. Credo che da loro si possa imparare molto perché sono nati in un mondo che a noi a volte appare troppo veloce.

Quali sono i valori costruiti nella tua carriera?

L’etica professionale. Il futuro dell’economia e dell’arte si baserà su questo. La coerenza e la correttezza, la qualitài di ciò che si crea rappresenteranno la linea di confine tra chi durerà e chi scomparirà come una bolla di sapone.

Ci racconti le emozioni della performance sul palco?

Nessuno ti insegna a essere un buon performer. È una predisposizione innata che si nutre del calore del pubblico per liberarsi. È uno dei pochi momenti della vita in cui è permesso superare i propri limiti, fisici o espressivi, fino ad accorgersi di essere in perfetto equilibrio fra il controllo razionale di quello che sta accadendo nello spettacolo e l'istinto, qualcosa che emerge solo durante la performance. Non c'è niente di casuale eppure è tutto spontaneo, un equilibrio molto strano fra ragione e passione.

Sei un grande appassionato di motori, e riferimenti ad Ayrton Senna riecheggiano nelle tue canzoni...

Senna ha segnato un’epoca e un pezzo della vita di milioni di adolescenti, tra cui me; da bambino andavo a vederlo correre a Imola con mio padre. Mi affascinavano i gesti atletici e poetici degli artisti della pista. Il mondo dei motori è molto legato alla passione, ed è lo stesso motivo per cui auto come le Lamborghini fanno emozionare anche i bambini, che giocano con una macchinina forse senza nemmeno sapere il perché: qualcosa di molto ancestrale lega le auto e gli esseri umani.

Recentemente hai guidato una Huracán EVO sulla pista di Imola. Quali sono state le tue sensazioni?

Guidare una macchina di un marchio italiano storico come Lamborghini su una pista di cui ho ricordi che si perdono nel tempo è stata un’emozione fortissima, un connubio straordinario. Sono convinto che lo sport – il motorsport – e la musica si assomiglino. La tensione che precede la partenza è simile al momento prima di salire sul palco, il battito cardiaco di quando si corre è come quello che si ha durante un concerto. Anche come cantante sai quando devi rallentare e quando puoi spingere al limite. La gioia dopo una vittoria è come la sensazione angelica dopo un concerto perché, “durante una gara ci si avvicina a Dio”, come direbbe Senna. Forse così è un po’ troppo, ma sicuramente ci si libera di una serie di barriere mentali che la vita di tutti i giorni chiede di mantenere.

Parla all’anima delle persone. Ha un talento segreto?

Tutto nasce dalla mia sensibilità, che è in quanto tale è unica, ma estremamente condivisibile. Il mio talento segreto è su un livello diverso: so perdere e rialzarmi.

Lamborghini Diablo: alcune informazioni chiave

Al momento della sua presentazione, la Diablo è ufficialmente la vettura di serie più veloce al mondo, capace di una velocità massima di 325 km/h (203,1 mph) ed ha un comportamento stradale esaltante, frutto anche dell’intenso lavoro di sviluppo che ha visto coinvolto il campione di rally Sandro Munari. 

La Diablo ha l’impostazione meccanica classica delle 12 cilindri di casa Lamborghini, con il motore  5,7 litri, 4 alberi a camme in testa e 4 valvole per cilindro, dotato di iniezione elettronica multi-point, capace di sviluppare 485 HP e 580 Nm di coppia, in posizione longitudinale posteriore. Malgrado sia lussuosamente rifinita, con interni in pelle, aria condizionata, vetri elettrici e sedili regolabili elettricamente, la Diablo è ancora una vettura dura e pura, con la trazione sulle sole ruote posteriori, nessun ausilio elettronico alla guida ed il servosterzo disponibile solo a partire dal 1993.

Nel 1993 arriva la Diablo VT, la prima granturismo Lamborghini ad essere equipaggiata con le quattro ruote motrici, che porta anche una serie di miglioramenti meccanici e modifiche stilistiche presto adottate anche sulla versione a due ruote motrici.  Nel 1993 viene presentata anche la serie speciale SE30, a ricordare i 30 anni dalla nascita dell’azienda, con la potenza aumentata a 523 HP. Al Salone di Ginevra del 1995 debutta la Diablo SV, disponibile con le sole due ruote motrici ed una potenza massima di 510 HP, con l’alettone posteriore regolabile. Nel dicembre dello stesso anno viene commercializzata anche la Diablo VT Roadster, la prima 12 cilindri Lamborghini con il tetto aperto prodotta in serie, caratterizzata da una linea leggermente rivista ed offerta solo con la trasmissione a quattro ruote motrici. 

Nel 1999, a seguito dell’acquisto di Automobili Lamborghini da parte del gruppo Audi, venne presentata la Diablo SV “restyling” disegnata da Luc Donckerwolke, il primo designer interno di Lamborghini. Sono seguite le versioni VT e VT Roadster, tutti e tre i modelli portano evidenti segni di ammodernamento con una linea e gli interni rivisti. Dal punto di vista meccanico, il motore, adesso con 529 HP e capace di 605 Nm di coppia, è equipaggiato con il sistema di alzata variabile delle valvole e, per la prima volta su una Lamborghini, i freni sono completati dal sistema ABS. 

La Diablo, realizzata anche in serie speciali o da competizione con motori da 6 litri, è stata la Lamborghini prodotta nel maggior numero di esemplari, con 2903 unità in totale.
È rimasta in produzione fino al 2001, quando è stata succeduta dalla Murcièlago.

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