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Super Trofeo Stories: Hampus Ericsson

23 Settembre 2025

Non è semplice costruirsi un nome quando tuo fratello è un vincitore della 500 Miglia di Indianapolis ed ex pilota di Formula 1. Eppure, Hampus Ericsson, fratello minore di Marcus, ha saputo tracciare la propria strada, con un percorso unico e personale che lo ha portato a entrare tra i Young Professional Drivers di Lamborghini Squadra Corse.

Oggi lo svedese classe 2003 corre nel Lamborghini Super Trofeo Nord America, dove è in lotta per il titolo Pro al fianco del due volte campione Danny Formal. Insieme corrono per la prestigiosa squadra Wayne Taylor Racing. Un’avventura oltreoceano che ha già regalato soddisfazioni: la doppietta al debutto a Sebring, sotto gli occhi del fratello Marcus, ne è la prova più lampante.

Ericsson ha seguito le orme di molti giovani piloti: monoposto junior nel Regno Unito e a seguire, il passaggio ai monomarca GT. La decisione di spostarsi sulle vetture Gran Turismo, piuttosto che provare a emulare Marcus sulla strada verso la F1 è stata, per Hampus, del tutto logica. «Per me la Formula 1 sembrava troppo lontana, perché il talento da solo non basta» racconta Ericsson. «Servono il momento giusto, i soldi e gli sponsor, tutto deve combaciare nello stesso istante. Dopo tre anni nelle monoposto ho sentito il bisogno di cambiare e provare qualcosa di diverso per costruirmi una carriera nel motorsport. Ho fatto un anno di Formula 3 nel Regno Unito e poi sono tornato in Svezia per correre nei GT. Non è stato uno spreco di denaro, perché mi serviva correre in attesa del passo successivo. È stata un’esperienza utile».

Con i costi delle corse in monoposto sempre più alti, Ericsson ha capito che i sogni d’infanzia di seguire il fratello in Formula 1 erano finiti. Sono seguiti quattro anni nei monomarca GT in Scandinavia, che gli hanno aperto nuove prospettive di carriera: le corse con i grandi costruttori. All’improvviso, per Hampus Ericsson l’idea di vivere di corse è tornata a essere un obiettivo realistico. «Quei quattro anni, anche se disputati solo in Svezia (dove il motorsport è un movimento ridotto, ndr), sono stati molto utili e il campionato era molto professionale» spiega Ericsson. «In più, il fatto che fosse un monomarca mi piaceva molto: era bianco o nero. Se fai bene, vieni notato da un costruttore e hai la possibilità di crescere come pilota, dentro e fuori la pista. Questo mi ha aiutato molto lo scorso anno con Lamborghini, perché il loro programma mi ha fatto crescere sia come pilota che come persona. Progetti di questo tipo sono fantastici per i giovani con ambizioni, che magari non sanno ancora bene cosa vogliono o dove vogliono arrivare».

Selezionato per il programma di sviluppo della Nazionale svedese organizzato dall’ASN del Paese per valorizzare i giovani talenti, Ericsson è passato nel 2024 al Lamborghini Super Trofeo Europa, entrando in Target Racing raggiungendo il connazionale Oliver Söderström, che ha chiuso poi come vicecampione della serie. «Dopo l’ultima stagione in Svezia, non sapevo bene cosa fare» ammette Ericsson. «Sapevo solo di voler correre in Europa. E all’improvviso mi sono ritrovato su una Lamborghini Super Trofeo a Barcellona per un test… e mamma mia! Sono rimasto sconvolto dalla potenza, dal rumore, pensavo: ‘wow, è pazzesco!’. Da quel momento in poi sono rimasto colpito, e abbiamo firmato subito per disputare la stagione completa in Europa».

Diversamente dai compagni Söderström e Largim Ali, Ericsson ha corso da solo nel 2024, sfruttando al massimo il tempo in pista per accumulare esperienza. Questo vantaggio extra ha dato i suoi frutti nella seconda parte della stagione, con il primo podio e la prima vittoria nelle World Finals di Jerez de la Frontera. «All’inizio vedevo la stagione come un anno di apprendistato, non sapevo davvero cosa aspettarmi dal campionato, da Lamborghini o da me stesso. Cercavo solo di godermela e imparare dai miei compagni, Largim e Oliver, che erano al secondo anno. È andata bene, non avevo il passo massimo per lottare per il titolo, ma la seconda metà è stata molto positiva. E poi alle World Finals abbiamo fatto tutto quasi alla perfezione, con la mia prima vittoria. È stato un weekend speciale, non solo per il successo, ma perché ho dimostrato a tutti, oltre che a me stesso, di poterlo fare. Ricordo che nei box ho parlato con Frederik Schandorff, due volte vincitore delle World Finals e mio compagno in quell’occasione, e mi disse che questo avrebbe cambiato tutto per me… Aveva ragione!».

Dopo Jerez, Ericsson ha preso parte allo shootout dei Lamborghini Young Driver Programs, convincendo abbastanza da guadagnarsi lo status di Lamborghini Young Professional Driver 2025. In questa stagione sta intraprendendo un secondo anno nel Super Trofeo, stavolta in Nord America con il prestigioso Wayne Taylor Racing, al fianco di un altro Young Professional Driver, Danny Formal.

Il debutto a Sebring, con il fratello Marcus presente a seguire il weekend dal vivo, è stato trionfale: doppia vittoria. Sono arrivate poi alcune gare più difficili a Laguna Seca e Watkins Glen, ma al quarto round a Road America la coppia è tornata al successo con un’altra doppietta, rilanciandosi nella lotta per il titolo. «Questa stagione è stata incredibile, il livello di professionalità in quel team è impressionante» riflette Ericsson. «L’attrezzatura, le persone, i processi e il modo in cui affrontano i weekend di gara o i test, è tutto a un altro livello. Hanno anche il team GTD in IMSA, e questa esperienza sembra un’estensione naturale di quel programma. Questo ambiente mi aiuta molto, ho tanto da imparare ma sento di essere nel posto giusto. E con il mio compagno Danny, che è super professionale e velocissimo, sto imparando tanto anche dalle piste nuove. Sebring è stato pazzesco, Laguna Seca pure, anche se lì abbiamo avuto dei problemi e ci è sfuggita la vittoria per un soffio. In generale, l’inizio è stato ottimo. Ovviamente, l’obiettivo è vincere il campionato e puntare a conquistare le World Finals. Se sei nella classe Pro, devi puntare al titolo. Faremo di tutto per portarlo a casa, ma ci sono tanti piloti forti e la lotta è serrata. Dobbiamo restare concentrati, umili e dare il massimo».

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