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24 Ore di Daytona: preparasi per la sfida più dura

21 Gennaio 2021

Le competizioni endurance sono battaglie estenuanti, sia per le auto che per i piloti e i membri del team. La resistenza degli uomini e dei mezzi meccanici è messa a dura prova ed è necessario ridurre al minimo gli errori, soprattutto quando ci si gioca la vittoria negli ultimi minuti di gara. Lamborghini ha vinto le ultime tre edizioni della Rolex 24 At Daytona, classica delle corse di durata per la quale è essenziale svolgere una preparazione completa ed efficace.

Come si arriva pronti per una competizione così faticosa? Lo abbiamo chiesto a Leonardo Galante, responsabile tecnico di Lamborghini Squadra Corse.
“Lo spirito di squadra è molto importante per una gara di questo tipo, così come la preparazione. Ci ripetiamo sempre che una ventiquattrore si vince da casa, preparando bene la vettura e le strategie. E’ fondamentale tenere sotto controllo le situazioni che si possono verificare durante la gara, avendo una proiezione di ciò che potrebbe succedere, riservandosi un piano B. Generiamo degli automatismi per lavorare in modo efficace anche nelle ultime fasi della corsa, quando la stanchezza può prendere il sopravvento.” 

Considerando i tre successi consecutivi in classe GTD, la Huracán GT3 Evo ha mostrato un buon adattamento alla pista statunitense. “Abbiamo sviluppato una vettura affidabile e prevedibile, così che il pilota possa adattare il proprio stile di guida e non venga indotto all’errore. La forma naturale della Huracán ha un’alta efficienza aerodinamica. In un tracciato veloce come Daytona, dove la farfalla rimane aperta per il 75% del giro, è un punto di forza.”

L’avvicinamento alla Rolex 24 At Daytona inizia a ottobre. “La vettura viene totalmente smembrata, solo questa operazione richiede circa un mese di lavoro. Valutiamo gli aspetti da migliorare dell’edizione precedente, sia dal lato tecnico, che nelle strategie adottate. Con i nostri simulatori analizziamo gli assetti per individuare il setup migliore. Ci concentriamo poi sulla configurazione rispetto al Balance Of Performance, che prende in considerazione peso, potenza e aerodinamica. La combinazione tra questi fattori deve essere prestazionale, seppur evitando limitazioni nel BOP. Infine consideriamo i miglioramenti tecnici da apportare alla vettura o alle attrezzature utilizzate a bordo pista, per velocizzare tutte le operazioni.”

La preparazione dei piloti non è da sottovalutare. “Coloro che hanno già disputato la gara devono rinfrescare tutti i dettagli della competizione, mentre i debuttanti vengono sottoposti a un percorso di coaching partendo da zero. Anche i meccanici e gli ingegneri hanno bisogno di un’ottima preparazione, non essendoci turni di lavoro.”

Una endurance si vince anche grazie alla strategia, considerando l’affidabilità, e mettendo i piloti nelle condizioni di esprimersi ai propri massimi livelli.
“Ci sono piloti performanti di notte o sotto la pioggia, è necessario considerare le loro caratteristiche. Devono avere un approccio conservativo, non danneggiando l’auto. Sembra banale ma prima di essere in testa alla corsa bisogna riuscire arrivare al traguardo. Per gran parte della gara si tiene un andamento regolare, anche se è fondamentale rimanere nel giro del leader. Le strategie vengono fatte in quell’ottica. Nelle ultime ore,” conclude Leonardo, “si forza la mano, facendo calcoli affinati per guadagnare posizioni sugli avversari, quasi scommettendo, cercando di capire le strategie dei competitor. Negli ultimi minuti è un’autentica battaglia di nervi e la fiducia tra pilota e muretto box deve essere alta”.
 

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